La pittura del carretto artistico siciliano

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Nei bazar turistici di tutta la Sicilia abbondano, tra gli altri souvenir, i carretti in miniatura, grandi come un dito. Il carretto in quel caso è giallo, e riproduce un’usanza pittorica tipica del palermitano: in Sicilia Orientale, invece, la base di colore è rigorosamente rossa

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Chiavi… di lettura

Queste e altre cose ci ha raccontato il maestro Salvatore Guastella, di Rosolini (SR), che di carretti dipinge solo quelli veri, a dimensione naturale. Quando il maestro Guastella ci ha schiuso le porte del suo laboratorio artigianale il primo impatto visivo è stato con l’elemento forse più pregiato del carretto a cui sta lavorando in questo periodo: la chiave posteriore.

La chiave di un carretto siciliano

La chiave è la componente più conosciuta del carretto artistico siciliano e ogni museo etnografico siciliano che si rispetti ne possiede una nutrita collezione: si tratta di una traversa di legno scolpito che ha il compito di raccordare sul retro le due stanghe del veicolo. Ma è importante soprattutto perché nella lavorazione di questo elemento si è cimentata gran parte della tradizione figurativa dell’isola.
L’uso esclusivo della pittura ad olio, in grado di attecchire meglio sul legno e allo stesso tempo di resistere di più alle intemperie, è preparato sempre da una spalmatura di minio, la vernice rossa che costituisce la base di colore del carretto tipico della Sicilia orientale, mentre nella parte occidentale dell’isola si preferisce una base di giallo.
Per ciò che riguarda i temi figurativi, il maestro Guastella ci introduce un’ulteriore distinzione: mentre nella Sicilia occidentale il tema figurativo più ricorrente nelle chiavi è quello dei paladini di Francia, nella parte sud orientale dell’isola si preferisce il filone religioso, con una particolare predilezione per San Giorgio, anche perché santo riconosciuto come protettore dei cavalli: in ogni caso, è da notare che l’iconografia tradizionale del santo, cavaliere cristiano che sconfigge un drago per salvare la vita a una principessa berbera, non ci allontana poi tanto dal genere avventuroso, esotico e fantastico delle leggende carolinge trapiantate in Sicilia.


Il carretto: un concentrato d’arte

Il maestro Guastella ha iniziato giovanissimo ad avvicinarsi all’arte del carretto, come aiutante nell’officina di un carradore, per poi successivamente specializzarsi nella pittura. Il carretto artistico siciliano è infatti il prodotto finale del contributo di diversi mestieri: l’intagliatore realizza tutte le parti in legno, di solito utilizzando noce o faggio; il fabbro si occupa degli elementi in ferro battuto, come la càscia i fusu, griglia di elementi ornamentali che decora l’asse delle ruote - anch’esso di ferro - detto appunto fusu; il carradore propriamente detto assembla le varie parti e il pittore decora tutte le superfici su cui è possibile dipingere: oltre alla chiave e alla cascia i fusu, le parti che si prestano di più sono le sponde (o masciddàra), cioè le pareti della cassa del carro, dove è possibile raffigurare intere scene. Ma il carretto è un’opera d’arte integrale, un concentrato di creatività e tecnica minuziosa, ed è questa cura dei dettagli che porta l’artista a cimentarsi nella decorazione di tutte le sue parti: è così che anche un elemento puramente meccanico – come la ruota – diventa nelle sue mani uno incantevole caleidoscopio d’immagini e colori.

SALVATORE GUASTELLA ­il maestro Salvatore Guastella­­­nasce a Rosolini, in provincia di Siracusa, il 4 Gennaio 1936.Com­e si usava spesso in quel tempo, i suoi studi si concludono con la licenza delle Scuole Elementari e subito dopo fu incoraggiato dai genitori ad apprendere un mestiere. Iniziò così a frequentare una bottega artigiana del tempo dove si facevano i carretti siciliani. Era bravino nel disegno ma gli piaceva soprattutto mescolare i colori della tavolozza ricavandone sfumature sempre più perfette. Fu mandato allora presso
il famoso maestro Giorgio Giallanza di origine ragusana e, dopo aver appreso la tecnica di pittura su legno, aprì il suo primo laboratorio nel 1956. La sua attività cominciava ad essere apprezzata quando nel 1957, l’Italia si lanciò ella strada della meccanizzazione moderna e i carretti furono improvvisamente quasi sostituiti da auto e trattori.

Avendo una famiglia da mantenere, il maestro Guastella fu­
costretto ad emigrare in Francia dove lavorò come imbianchino. Era però un imbianchino particolare, amava le decorazioni e continuava a dipingere quadri su tela. Dopo undici anni, nel 1987, tornò in Sicilia dove ricominciò a dipingere i carretti siciliani che adesso venivano ammirati come simboli e ornamento della sua terra. Pur dedicandosi alla politica e ad un altro lavoro, non ha mai tralasciato la sua arte e la sua passione, di cui rimangono opere pregevoli sia nella sua casa che in quelle di parenti ed amici. Con la generosità che contraddistingue il vero artista ha accettato anche di insegn­are l’arte della pittura su legno ai detenuti della Casa di Reclusione di Noto. Il maestro continua la sua opera tuttoggi, in quanto è impegnato nella realizzazione di una magnifica sponda di carretto siciliano avente per tema Cristoforo Colombo.