La tradizione dei presepi viventi è particolarmente viva e diffusa in Sicilia orientale. La rappresentazione della natività è un momento di intensa partecipazione popolare ed espressione artistica. Intere comunità si cimentano nella ricostruzione degli ambienti nella preparazione dei costumi, nella ricerca delle comparse, degli utensili, degli animali e di tutti gli elementi che comporranno la scena finale. Un lavoro che coinvolge giovani e meno giovani, artisti e artigiani locali, cultori delle tradizioni popolari. E richiama ogni anno, durante le feste natalizie, un numero straordinario di visitatori.
Ambientazione
Intorno alla capanna o grotta della natività è tutto un brulicare di vita, gesti, parole e colori: un intero villaggio prende forma intorno alla sacra famiglia. La Sicilia dei presepi viventi celebra così non solo quella nascita speciale di oltre duemila anni fa, ma anche il suo stesso passato: antichi mestieri, figure tipiche e luoghi caratteristici della Sicilia rurale e contadina che era sopravvissuta fino alla prima metà del novecento vengono ricostruiti nei dettagli per offrire al visitatore un piacevole viaggio a ritroso nel tempo, fatto di canti, sapori, gesti e usanze, scene di vita quotidiana, alla scoperta di un’isola scomparsa, di un’antica civiltà contadina che rivive gioiosamente nelle tradizioni natalizie. Per questo motivo i presepi vengono ambientati in luoghi particolarmente suggestivi, in modo da simulare un vero e proprio passaggio in una realtà parallela, dove il tempo si è fermato. Spesso vengono realizzati fuori città, in ambienti rupestri, dove la sacra notte rivive tra rocce, grotte, alberi e capanne di paglia, come nel caso dei presepi di Ispica o di Noto, che sfruttano le bellezze naturali delle cave iblee. Oppure vengono inscenati in città, in un quartiere antico e fortemente evocativo del centro storico, come nel caso di Caltagirone, di Monterosso Almo, di Mineo, di Aci Sant'Antonio o di Agira. In alcuni casi il presepe occupa un intero borgo medievale, come accade a Forza d’Agrò, a Castanea delle Furie e a Montalbano Elicona. Oppure viene allestito in luoghi del tutto insoliti, come una ex fortezza militare: è il caso del presepe vivente di Larderia.
Personaggi
Le figure che popolano il presepe riproducono gli antichi mestieri della civiltà rurale in Sicilia, legati alle attività contadine, all’artigianato locale, alla vita quotidiana.
Il mondo contadino e pastorale rivive nel ricottaio (ricuttaru) che rimesta paziente il latte delle sue pecore nella “caurara”, il pentolone di rame stagnato, in attesa di offrire la ricotta ai visitatori. Accanto a lui spesso il cavagnaio (cavagnaru) intaglia le canne con le quali compone la “cavagna”, il recipiente tradizionale che contiene una porzione di ricotta. Il contadino (campagnuolu) intanto imbraccia l’aratro di legno, il cernitore (cirnituri) agita il vaglio per setacciare il grano, mentre il mielaio è alle prese con le sue arnie. Spesso vengono ricostruiti per intero i luoghi del lavoro contadino, come il vecchio mulino con la macina; il palmento con il torchio per l’uva; il frantoio tradizionale con la mola di pietra per la spremitura delle olive. E non possono certo mancare le grotte (mànnare) dove i pastori si riscaldano vicino alle loro greggi.
Anche i maestri artigiani sono all’opera ognuno nella propria bottega : lo scalpellino (scarpillinu) intaglia ad arte la pietra, il falegname pialla le travi di legno e il fabbro (firraru) forgia gli oggetti in ferro. Sul tornio prende forma la terracotta tra le mani esperte del vasaio (quartararu), mentre il canestriere (cannistraru) si cimenta nell’arte di intrecciare i vimini e il bottaio (vuttaru) incastra le doghe delle sue botti. Dalla strada si sente la voce dell’arrotino (ammulaturi), che spinge il pedale della mola e affila le lame, mentre il cordaio (curdaru) prepara le corde da vendere e il mastro del muro a secco compone pietra su pietra l’equilibrio della sua creazione.
I presepi viventi sono costellati di scene tratte dalla vita quotidiana: il panettiere (furnaru) che si gode il brillare (iàrdiri) del suo forno a legna, il caldarrostaio che rigira le castagne sulla brace, l’oste che serve le bevande nella sua taverna (putia ro vinu). Oppure il mercato con le sue voci e le sue primizie, un ambiente familiare, con i giochi e le urla dei bambini; le lavandaie che portano i panni al fiume, la massaia che fa il sapone, le tessitrici chine sui loro telai.
Accanto alle figure del passato siciliano non mancano certo i personaggi tradizionali del presepe, come i re magi, che portano un tocco di esotismo con lo sfarzo dei loro costumi, a significare una singolare sintesi tra oriente e occidente, tra la Palestina di duemila anni fa e la Sicilia del secolo scorso, tra folclore, gioco e sentimento religioso.
I presepi viventi in Sicilia orientale
Presepi viventi in provincia di Messina
Natale con gioia a Castanea
Betlemme a Forza d'Agrò (2007)
Presepe vivente di Montalbano Elicona (2007)
Presepi viventi in provincia di Enna
Presepe vivente di Agira
Presepi viventi in provincia di Catania
Presepe vivente nei carruggi - Caltagirone
Natale nei vicoli a Mineo
Presepe vivente degli antichi mestieri del villaggio - Aci Sant'Antonio (2007)
Presepi viventi in provincia di Ragusa
Presepe vivente al Parco Forza - Ispica
Presepe vivente a Monterosso Almo
Presepe vivente al Castello dei Conti - Modica (2007)
Presepe vivente nella Cava Raniolo - Comiso (2007)
Presepe vivente nella "Cavuzza" - Scicli
Presepe vivente di Giarratana
Presepi viventi in provincia di Siracusa
Presepe vivente nelle grotte di Kadra - Francofonte (2007)
Presepe vivente del Santuario della Scala - Noto (2007)
Presepe vivente di Palazzolo Acreide
Presepe vivente di Avola antica - Avola